
Tra diritto, tecnica e responsabilità ambientale
La dodicesima edizione di “Gestire i rifiuti tra legge e tecnica”: l’intervista a Paola Ficco
Giunto alla sua dodicesima edizione, Gestire i rifiuti tra legge e tecnica, pubblicato da Edizioni Ambiente e curato dall’avvocato e giurista ambientale Paola Ficco, è il manuale più completo e aggiornato in materia di gestione dei rifiuti in Italia. La guida per decifrare e affrontare la complessità burocratica che regola il settore, nonché uno dei prodotti editoriali di cui andiamo più fieri, per la sua unicità e per il valore che rappresenta nel lavoro quotidiano di chi opera ogni giorno per l’ambiente.
In occasione di questa nuova edizione, quest’anno presentata ai nostri lettori in un formato speciale, e a conclusione di un 2025 ricco di novità per il network ReteAmbiente e per l’area dedicata alla formazione ambientale, proponiamo l’intervista a Paola Ficco, storica curatrice del manuale e direttrice responsabile della Rivista RIFIUTI - Bollettino di informazione normativa.
Gestire i rifiuti tra legge e tecnica introduce un nuovo formato: due volumi raccolti in un cofanetto. Quali novità porta con sé questa dodicesima edizione del manuale di riferimento per la gestione dei rifiuti?
Per la prima volta nella sua storia, la dodicesima edizione Gestire i rifiuti tra legge e tecnica 2025 è diviso in due volumi. Il primo, contiene la Parte generale e consente di orientarsi nella complessa disciplina della gestione dei rifiuti. Non è un mero elenco di leggi e adempimenti, ma uno strumento che ricostruisce la logica che sorregge il sistema, chiarendo il ruolo dei principi europei e nazionali, le definizioni giuridiche essenziali e le responsabilità dei soggetti coinvolti.
Il secondo volume, invece, contiene la Parte speciale che traduce i principi generali in percorsi operativi concreti, dedicando capitoli specifici alle principali filiere dei rifiuti, con un taglio più operativo, esempi reali e indicazioni puntuali.
Si tratta di una divisione dettata da una scelta pratica, pensata per rendere più agevole e personalizzata l’esperienza di lettura e di consultazione. I due volumi sono racchiusi in un cofanetto, uno strumento di lavoro immancabile sulla scrivania di ogni professionista che opera in questo settore.
Sul piano dei contenuti, tante sono le novità relative a questa nuova edizione. Su tutte, le nuove regole relative alle spedizioni transfrontaliere alla luce del nuovo regolamento 2024/1157/Ue, e il decreto-legge 116/2025, convertito dalla legge 147/2025, che ha inasprito le sanzioni per i reati legati ai rifiuti e ha introdotto nuove fattispecie di reato estendendo la punibilità anche ai reati di natura colposa (e non solo dolosa) e potenziando le misure di contrasto ai traffici illeciti e alla combustione illegale, anche in risposta a sentenze internazionali, come quella sulla cosiddetta Terra dei fuochi.
Gestire i rifiuti tra legge e tecnica – 2025
a cura di Paola FiccoGestire i rifiuti tra legge e tecnica è considerato un vero e proprio servizio per gli operatori del settore. Per quale ragione resta uno strumento indispensabile per chi si occupa di rifiuti ed economia circolare?
Ogni anno questo manuale viene aggiornato, presentando in maniera chiara e univoca tutte le novità normative legate alla gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Ci troviamo di fronte a un panorama normativo vastissimo e, soprattutto, estremamente dinamico, che cambia rapidamente.
In mezzo a tutta questa complessità è facile rimanere incastrati, commettere errori e, soprattutto, incorrere in sanzioni e cattive pratiche. Gestire i rifiuti prova a risolvere il vero problema di chi lavora con i rifiuti: non la mancanza di norme, ma l’eccesso di complessità dovuto a stratificazione e aggiornamenti continui. Questa Opera nasce per trasformare la complessità in consapevolezza operativa: come leggere le norme, come collegarle tra loro, come tradurle in procedure verificabili.
La nostra Redazione, ogni anno, si occupa di redigere uno strumento completo, senza ombra di dubbio il più completo in Italia, capace di guidare gli operatori attraverso questa complessità con rigore e chiarezza. In un settore in cui un dettaglio può fare la differenza, disporre di un riferimento che integra tecnica e diritto e che “segue” l’evoluzione normativa fa decisamente la differenza.
Il manuale è adottato come testo di supporto in seminari, master, academy e corsi di alta formazione, una vasta offerta formativa che include anche quella di ReteAmbiente Formazione, di cui lei è coordinatore scientifico. Quali sono oggi le principali sfide nel fare informazione e formazione sulle tematiche ambientali?
All’interno del network ReteAmbiente, ormai da anni ReteAmbiente Formazione propone un calendario fittissimo di eventi e corsi. Dai seminari verticali agli incontri online di aggiornamento e di risposta ai quesiti, una novità che ha riscosso un grande successo, in quanto ha fornito uno spazio sicuro e affidabile per tutti i professionisti del settore che necessitano di chiarimenti su aspetti spesso nebulosi della normativa.
Accade spesso di proporre nuovi appuntamenti a distanza ravvicinata per rispondere all’ingente richiesta, oppure di allestire in tempi molto brevi nuovi momenti di formazione per rispondere tempestivamente alle novità in corso.
Una delle sfide è proprio questa: intercettare i bisogni e le difficoltà degli operatori rispetto agli aggiornamenti normativi e alle prassi di gestione, e fornire loro strumenti concreti per orientarsi e muoversi senza commettere errori. In un settore in cui a ogni errore corrisponde spesso una sanzione o a una grave penalizzazione per aziende e imprese, diffondere consapevolezza e garantire un’accurata preparazione è il nostro principale obiettivo.
Un’altra sfida è quella di mettere in dialogo linguaggi diversi: quello giuridico, quello tecnico-amministrativo, quello organizzativo e quello economico. La transizione ecologica richiede figure capaci di valutare insieme impatti ambientali, rischi di compliance, costi, reputazione e scelte industriali: competenze “trasversali” nel senso più concreto del termine.
Non meno importante, una delle sfide è la velocità del cambiamento: digitalizzazione degli adempimenti, nuove regole europee, interpretazioni che evolvono. La formazione efficace, oggi, non può essere solo “spiegazione”, ma allenamento al metodo: imparare dove cercare, come verificare una fonte, come costruire una procedura interna che regga agli aggiornamenti.
Cerchiamo di coprire ogni aspetto della disciplina con il supporto di un parterre di voci qualificate, fra le più autorevoli del panorama italiano. I professionisti e le aziende che da anni si affidano a noi per aggiornare la propria formazione lo sanno bene.
Lavorare con i rifiuti significa confrontarsi con competenze normative, operative e tecniche. Quali sono le figure professionali oggi più ricercate? E quali aggiornamenti o qualifiche risultano maggiormente richiesti?
I green jobs, le cosiddette professioni verdi, sono davvero le professioni del futuro. Non si tratta di una semplice frase fatta che ci ripetiamo da anni: è una direzione ormai inevitabile. In un pianeta che si trova ad affrontare sfide ambientali e climatiche senza precedenti, i professionisti qualificati in grado di rispondere a queste sfide saranno sempre più richiesti. La domanda è già oggi molto alta.
Le aziende cercano sempre di più profili “ponte”: responsabili ambientali/HSE (cioè Health, Safety and Environment) con solide basi normative ma anche capacità di implementazione, quindi procedure, audit, gestione fornitori, tecnici di impianto e di filiera che sappiano lavorare su qualità del rifiuto in ingresso e in uscita, tracciabilità, rapporti con controlli e autorizzazioni.
Non è un caso che la formazione avanzata sta andando verso percorsi che costruiscono manager dell’economia circolare e tecnici specializzati, spesso in collaborazione con università, consorzi, enti. E sul fronte delle competenze “nuove”, cresce la richiesta di capacità e conoscenze legate alla tracciabilità digitale e alla gestione documentale evoluta, perché gli adempimenti stanno cambiando pelle.
Da oltre trent’anni dirige la storica Rivista RIFIUTI, che continua a osservare con attenzione l’evoluzione della normativa del settore, diventando, come lei stessa ha scritto nel suo editoriale sul numero Speciale di novembre-dicembre 2025, una “memoria attiva di un sistema nervoso ambientale”. Quali sono, secondo lei, le principali sfide per il prossimo futuro?
Nel 2024, con grande gioia e con una buona dose di orgoglio e soddisfazione, qui in ReteAmbiente abbiamo festeggiato un traguardo importante: trent’anni di attività della Rivista RIFIUTI. Un percorso lungo, durante il quale ho avuto il piacere e l’onore di osservare non solo l’evoluzione della normativa del settore, ma anche le trasformazioni del mondo dell’impresa e dei professionisti che vi ruotano intorno, così come il cambiamento delle esigenze formative di chi opera quotidianamente con questa materia.
Quello che ho osservato è un organismo normativo dinamico che, tra imperfezioni e progressi, cresce insieme alla società, alla tecnologia e alla consapevolezza ambientale, seppur talvolta con fatica e lentezza.
Come ho scritto nel mio editoriale sull’ultimo numero Speciale della Rivista dedicato al Codice ambientale, “il lessico della legge si nutre di economia circolare e di simbiosi industriale. Concetti che identificano un obiettivo preciso: essere una società che riconosce il valore di ogni cosa, anche di ciò che sembra perduto. E in questo lungo viaggio fino a oggi, le norme sono più complesse non per opacità, ma per consapevolezza, poiché più vicine alla trama complessa delle nostre vite”.
Per quanto riguarda le sfide per il prossimo futuro la lista è lunga. Mi limito qui a riportarne tre.
Prima di tutto digitalizzazione e tracciabilità: il sistema RENTRI e l’evoluzione verso formulari e gestione digitale stanno spingendo operatori e imprese a ripensare flussi, ruoli, responsabilità e controlli interni. Non è “solo” un cambio di piattaforma, è un cambio organizzativo.
In secondo luogo, ciò che concerne i mercati del riciclo e la qualità: per rendere stabile l’economia circolare servono più certezza su criteri di cessazione della qualifica di rifiuto (cioè End of waste), sbocchi di mercato e interoperabilità tra requisiti ambientali e di prodotto.
Ultima, ma non per importanza, l’europeizzazione delle regole: molte partite decisive si giocheranno sui regolamenti europei che impattano direttamente le scelte industriali (spedizioni, imballaggi, requisiti lungo il ciclo di vita). Servirà una capacità di lettura che si potrebbe definire “anticipante”, per non inseguire le scadenze.
E quali sono i temi più caldi all’orizzonte?
Anche in questo caso la lista è lunga.
Sicuramente le spedizioni transfrontaliere: l’entrata in scena del regolamento 2024/1157/Ue cambia approccio, controlli e aspettative lungo le filiere, con effetti importanti su import/export e su alcune destinazioni.
Poi gli imballaggi: il nuovo quadro europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, il PPWR, sta già orientando progettazione, responsabilità e strategie di compliance.
Per quanto riguarda il sistema RENTRI e i FIR digitali, iscrizioni, finestre temporali e nuovi formulari stanno canalizzando molto l’attenzione degli operatori, perché impattano la quotidianità di sempre, dal trasporto alle registrazioni ai controlli.
Infine, temi come la classificazione, i depositi e l’ADR restano temi che potremmo definire “classici”, non smettono mai di essere attuali, anche perché un errore in questi ambiti si traduce subito in rischio operativo e sanzionatorio. E il manuale Gestire i rifiuti, non a caso, li tiene nel cuore della Parte generale.



