Di api e di fiori
La Giornata mondiale delle api si celebra il 20 maggio in onore di Anton Janša (nato il 20 maggio 1734-13 settembre 1773), allevatore e pittore sloveno noto per essere stato uno dei pionieri dell’apicoltura moderna. Professore di apicoltura alla corte imperiale austriaca – l’imperatrice Maria Teresa obbligò tutti gli apicoltori a seguire le indicazioni contenute nei suoi trattati – Janša fu il primo a intuire che i fuchi, i maschi delle api, fertilizzavano la regina a mezz’aria e non erano, come si pensava all’epoca, semplicemente incaricati di portare acqua nell’alveare.
Per approfondire la conoscenza con questi meravigliosi insetti oggi bisogna dedicarsi alla lettura del libro La personalità dell’ape di Stephen Buchmann, ecologo, entomologo, docente, membro della Linnean Society di Londra, autore di oltre duecento articoli scientifici e che, tra le varie, descrive in modo coinvolgente e appassionato la vita amorosa delle api.
La personalità dell'ape
Pensieri, ricordi, emozioni
Stephen Buchmann“Il sesso nel mondo animale e vegetale è affascinante, vario e sempre emozionante […]. Se osservassimo attentamente noteremmo che molte api hanno una vita amorosa sorprendente, se non bizzarra; fanno sesso felicemente per strada o nell’abbraccio dei fiori, che sono le loro alcove colorate e profumate.
Solitamente si accoppiano sui fiori, o vicino al luogo dove emergono per la prima volta dalle loro tane sotterranee. La ricerca del partner comporta l’utilizzo di tutti i loro sensi e abilità mentali, visto che devono ricordarsi come ritornare in questi luoghi di incontro giorno dopo giorno. Poi una volta identificato un partner hanno spesso rituali di corteggiamento e accoppiamento altamente stereotipati (caratteristici e che variano raramente) che inducono una femmina, molto importante, a non accoppiarsi con altri maschi. Tra le api le femmine sono solitamente selettive, mentre i maschi sono ‘lascivi’ e spesso si accoppiano più volte con partner differenti. Le api non formano legami di coppia e si accoppiano lungo tutto il corso della loro vita insolitamente breve.
I corpi delle api sono modellati in ragione di questa travolgente spinta a trovare e attrarre o scegliere un partner. Le api maschio, in particolare, sono dotate di occhi modificati, antenne, zampe e altri adattamenti morfologici che permettono loro di trovare le femmine e accoppiarsi con maggiore facilità. In alcuni casi i loro cervelli si sono modificati e hanno lobi ottici o olfattivi di dimensioni maggiori, a seconda che nella ricerca delle proprie partner utilizzino la vista o l’odorato […].
Le api regina si accoppiano in volo, con un numero di fuchi che va da dodici a quaranta. Alcune api copulano in volo con i partner, raccogliendo al tempo stesso il polline per la loro nidiata. Le api carpentiere dell’Arizona (Xylocopa sonorina) sono dotate di enormi ghiandole odorifere sul torace. Si posizionano sulla cima delle colline in “lek”, termine utilizzato per descrivere il comportamento riproduttivo negli uccelli maschi che ostentano il proprio piumaggio di fronte alle spettatrici femmine. Le api femmine seguono scie aeree di molecole che odorano di rosa, e poi scelgono tra i potenziali pretendenti quello che ha il profumo migliore. I maschi delle api delle orchidee passano la vita a raccogliere dai fiori molecole aromatiche e le immagazzinano sulle loro zampe posteriori. Poi rilasciano questo elisir afrodisiaco come se fosse acqua di colonia, invitando le femmine ricettive ad avvicinarsi per un’annusata. […] Altre api “cantano” una canzone di accoppiamento lanciando così precisi segnali vibrazionali alle proprie compagne. […]”.
L’esistenza della Giornata mondiale delle api ci ricorda che questi insetti sono in pericolo, con tassi di estinzione attualmente da 100 a 1.000 volte più alti del normale a causa dell’impatto delle attività umane. Agricoltura intensiva, monocolture, consumo di suolo, ampio ricorso a pesticidi, inquinamento e le più alte temperature che anticipano le fioriture, sono alcune delle cause alla base della scomparsa delle api.
Può sembrare cosa da poco, se non ci soffermiamo a pensare alle ricadute. Ma quando i fiori sbocciano troppo presto, i due attori dell’impollinazione sono disallineati, e mano a mano che la loro distanza temporale aumenta, il successo riproduttivo della pianta diminuisce. La riproduzione dell’88% delle piante selvatiche da fiore del mondo dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale. E oggi circa il 35% delle specie di impollinatori invertebrati, in particolare api e farfalle, rischia l’estinzione.
Ve lo immaginate un mondo senza fiori?
Immagine: Tomoko Uji (Unsplash)