
La crescita verde
Il futuro dell'economia nell'era del cambiamento climatico
8. Progetto per un capitalismo verde
1. John Maynard Keynes, in un saggio in memoria del suo maestro Alfred Marshall, scrisse che “il grande economista deve [...] contemplare il particolare in termini generali, e riunire l’astratto e il concreto nello stesso volo del pensiero. Deve studiare il presente alla luce del passato per gli scopi del futuro. Nessuna parte della natura umana o delle sue istituzioni deve essere completamente al di fuori della sua attenzione. Deve essere contemporaneamente propositivo e disinteressato, distaccato e incorruttibile come un artista, ma talvolta vicino alla terra come un politico” (Keynes, 1924, p. 322).
2. Francesco Boldizzoni (2020, p. 232-234, p. 274), scrivendo sui molti che hanno erroneamente previsto la fine del capitalismo nel corso della storia, conclude che un tratto che ha costantemente offuscato il loro pensiero è la forte tendenza all’utopia.
3. Si veda, per esempio, Mazzucato (2021), che si ispira ai programmi Apollo per promuovere un coordinamento su vasta scala tra il settore pubblico e quello privato per raggiungere obiettivi sociali condivisi. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, l’ha definito “il momento dell’uomo sulla Luna” dell’Europa. “Press Remarks by President von der Leyen on the Occasion of the Adoption of the European Green Deal Communication”, European Commission, Bruxelles, 11 dicembre 2019, https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/speech_19_6749
4. Quando Friedrich Hayek scrisse la sua critica al socialismo di stato (Hayek, 1944), rispondeva anche a questo tipo di economia di guerra, con il forte ruolo dello Stato nella pianificazione economica e nei processi decisionali, come si è visto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Questo dimostra anche che il capitalismo procede per cicli, alternando periodi di attivismo e di minimalismo statale.
5. L’idea di un Green New Deal è stata introdotta da Thomas Friedman nel 2007, evocando la serie di politiche di riforma di Franklin D. Roosevelt durante la Grande depressione. Thomas Friedman, “The Power of Green”, New York Times, 15 aprile 2007. All’indomani della crisi finanziaria del 2008-2009, il Programma ambientale delle Nazioni Unite (United Nations Environmental Program, UNEP) ha iniziato a promuovere il lancio della Global Green New Deal Initiative, una visione volta a promuovere l’occupazione e la crescita dopo la recessione, combattendo al contempo il cambiamento climatico.
6. Damian Carrington, “‘Bla, bla, bla’: Greta Thunberg Lambasts Leaders over Climate Crisis”, Guardian, 28 settembre 2021, https://www.theguardian.com/environment/2021/sep/28/blah-greta-thunberg-leaders-climate-crisis-co2-emissions
7. Per esempio, concentrandosi sul Regno Unito e sui programmi di recupero post-pandemia, Martin, et al. (2020) sottolineano la pari importanza di obiettivi e progetti a lungo termine e dei meccanismi a breve termine quando si cerca di stimolare il passaggio a nuove tecnologie pulite. Per l’importanza di una visione per definire una nuova direzione verde del complesso sistema sociale, si veda Kupers (2020, p. 122-123).
8. Come ha osservato un recente rapporto britannico, la creazione di aspettative chiare e concrete sul percorso di mitigazione climatica che ci attende aiuta il settore privato a ridurre i costi associati alla decarbonizzazione, in particolare a prevenire attivi non recuperabili e la svalutazione anticipata del capitale. Si veda Report to the Committee on Climate Change of the Advisory Group on Costs and Benefits of Net Zero, 2019, https://www.theccc.org.uk/wp-content/uploads/2019/05/Advisory-Group-on-Costs-and-Benefits-of-Net-Zero.pdf
9. Dovrebbero servire da monito le immagini del Texas, dove a molti sono mancati la corrente elettrica e il riscaldamento per giorni quando la rete elettrica è stata sconvolta da una straordinaria tempesta artica all’inizio del 2021.
10. Arthur Cecil Pigou introdusse per la prima volta l’idea di una tassa per correggere un problema di esternalità (Pigou, 1920), basandosi sul lavoro di Alfred Marshall, suo predecessore dell’Università di Cambridge.
11. A riprova di quanto detto in precedenza sul potere di un annuncio credibile, i piani proposti per raggiungere obiettivi climatici ambiziosi stanno già portando a un aumento del prezzo del carbonio nel sistema ETS dell’UE. Ciò avviene perché i permessi non utilizzati possono essere conservati per compensare le emissioni future. Le aziende stanno quindi accantonando i permessi in previsione di un inasprimento degli obiettivi di emissione (il tetto massimo). A mantenere bassi i prezzi è stata anche l’eccedenza di quote di emissione che si è accumulata nel sistema ETS dell’UE tra il 2009 e il 2013, all’indomani della crisi finanziaria del 2008. Dal 2019, questo eccesso di offerta è stato ridotto grazie all’introduzione della cosiddetta Market Stability Reserve.
12. Per maggiori informazioni su cap-and-trade e carbon tax, si vedano Aldy e Stavins (2012), Goulder e Schein (2013) e Fouquet (2010), che aggiunge una prospettiva storica. Per una panoramica delle politiche di tariffazione del carbonio e delle strategie per migliorarne la fattibilità politica, si veda IMF (2019).
13. https://clcouncil.org/media/EconomistsStatement.pdf
14. Nell’UE, i sussidi ai carburanti sono stati stimati a un valore di circa 289 miliardi di dollari (Coady, et al., 2019). Parry, Black e Vernon (2021) si basano, aggiornandolo, su Coady, et al. (2019).
15. Ventinove stati americani hanno i cosiddetti Renewable Portfolio Standards (Stock, 2020).
16. Gli obiettivi normativi sono stati funzionali per promuovere i biocarburanti a base di mais negli Stati Uniti, ma hanno fallito con altri biocarburanti all’avanguardia, meno inquinanti, perché i responsabili politici non si sono resi conto del pessimo stato di avanzamento di queste tecnologie (Gates, 2021, p. 265-266).
17. Si noti l’interazione tra regolamenti ambientali e cap-and-trade. Se si riesce a ridurre le emissioni attraverso la regolamentazione, questo potrebbe far scendere il prezzo del carbonio nell’ambito del cap-and-trade, annullando potenzialmente il beneficio attraverso un “effetto rimbalzo”, che potrebbe essere evitato introducendo un prezzo minimo del carbonio all’interno del sistema cap-and-trade. In ogni caso, questo dimostra che la regolamentazione può portarci solo fino a un certo punto nell’affrontare il cambiamento climatico.
18. “L’assenza di un prezzo del carbonio è solo una delle esternalità che affliggono la politica climatica, ed è improbabile che il solo prezzo del carbonio, a livelli politicamente plausibili, sia particolarmente efficace nel ridurre le emissioni di petrolio e gas utilizzati nei settori dei trasporti, commerciale e residenziale” (Stock, 2020, p. 402). I sistemi energetici si sono sempre adattati in risposta ai segnali di prezzo, ma l’aggiustamento ha comportato grandi disagi sociali ed economici, quindi “non è certo il fatto che qualsiasi sistema politico eletto possa guidare trasformazioni equivalenti basandosi solo sui prezzi" (Grubb, et al., 2018, p. 3).
19. High-Level Commission on Carbon Prices (2017, p. 3). Si veda anche Stern e Stiglitz (2021).
20. Si veda, per esempio, Tett G., “Wall Street’s New Mantra: Green Is Good”, Financial Times, 29 gennaio 2021. Alla fine del 2020, il rendimento dei portafogli nel mercato globale nel decennio precedente relativo alle aziende di energie rinnovabili è stato stimato al 422,7%, molto più alto di quello delle società di combustibili fossili, pari al 59,0% (IEA, 2021).
21. In particolare, dato che il cambiamento climatico avrà forti ripercussioni sulla stabilità finanziaria, le banche centrali sono in una posizione di forza per indirizzare il mercato verso gli investimenti verdi usando i propri poteri regolatori. Eichengreen, “New-Model Central Banks”, Project Syndicate, 9 febbraio 2021, https://www.project-syndicate.org/commentary/central-banks-have-tools-for-climate-change-and-inequality-by-barry-eichengreen-2021-02
22. Aghion, et al. (2016) trovano nell’industria automobilistica forti prove di dipendenza dal percorso tecnologico e di investimento. Le aziende che in passato hanno innovato ampiamente nelle tecnologie “sporche” troveranno più redditizio continuare sulla stessa strada in futuro. Questo giustifica l’intervento del governo per reindirizzare il cambiamento tecnologico. Più in generale, leggendo l’economia attraverso la scienza della complessità, Kupers (2020) sostiene che i lock-in tecnologici richiedono una scossa esterna per spostare l’economia verso un nuovo equilibrio verde.
23. Per una trattazione più tecnica di questo punto, si veda Gerlagh, et al. (2009).
24. Con un curioso colpo di scena, nelle sue stesse parole, anche il miliardario della tecnologia Bill Gates è passato dal considerare la regolamentazione governativa come una burocrazia controproducente al riconoscimento del ruolo cruciale che lo stato dovrà assumere, anche per quanto riguarda gli appalti pubblici, per riuscire a prevenire la catastrofe climatica (Gates, 2021, p. 253, p. 282-283).
25. La necessità di nuove idee e soluzioni tecnologiche per l’edilizia abitativa ha portato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a chiedere una “nuova Bauhaus europea”, in riferimento al famoso movimento artistico tedesco degli anni Venti del Novecento, che immagini nuove soluzioni per gli spazi abitativi per fronteggiare il cambiamento climatico. A questo proposito, vengono in mente due esempi. L’esperta di architettura e ingegneria Catherine De Wolf ha compilato un database globale delle emissioni di anidride carbonica inglobata negli edifici, studiando come ridurle attraverso il riutilizzo dei componenti strutturali e la promozione dei principi dell’economia circolare per il cemento e il calcestruzzo. Su una linea diversa, l’architetto spaziale e associata al MIT Media Lab Valentina Sumini è tra i pochi pionieri che sviluppano design e architetture per supportare la vita umana in ambienti estremi al di là della Terra. Se da un lato questo obiettivo viene perseguito per consentire l’esplorazione dello spazio, dall’altro l’uso di risorse ridotte e la resistenza a circostanze estreme possono chiaramente ispirare l’architettura terrestre in modo che sia compatibile con i cambiamenti climatici.
26. Analogamente, Tagliapietra e Veugelers (2020) concludono che il raggiungimento dello zero netto entro il 2050 rappresenterà una rivoluzione industriale a fronte di una scadenza, e sarà fondamentale una politica industriale verde per facilitare questo passaggio nei tempi previsti. Si veda anche Gates (2021, p. 278-279).
27. Si veda, per esempio, Cherif e Hasanov (2019); ma anche IMF (2020), che sostiene che i governi devono assumere un ruolo più attivo nella mitigazione del cambiamento climatico e, in particolare, nell’incentivazione delle tecnologie a basse emissioni di carbonio.
28. Si veda, per esempio, Acemoglu, et al. (2016 e 2012), ma anche Gerlagh, et al. (2009).
29. Si veda anche Aghion, et al. (2021, p. 184).
30. Per esempio, Alexander Hamilton, padre fondatore degli Stati Uniti e primo segretario del Tesoro, fu un forte sostenitore della protezione dell’industria nascente legata alla lavorazione del cotone negli Stati Uniti (Juhász, 2018).
31. Beckert (2015).
32. Juhász (2018).
33. È d’obbligo un’importante avvertenza. La stessa Juhász riconosce che la protezione commerciale fu efficace perché la Francia aveva già i prerequisiti per lo sviluppo di un vantaggio relativo nella filatura meccanica del cotone. Prima dell’invenzione di questa tecnologia, le differenze tra Francia e Gran Bretagna erano minime, soprattutto se paragonate a quelle tra paesi ricchi e poveri di oggi. Non dobbiamo quindi saltare alla conclusione che uno strumento lento come la protezione dell’industria nascente sia sempre in grado di stimolare un rapido sviluppo. Come sottolinea Ricardo Hausmann (si veda il Capitolo 3), il raggiungimento dello sviluppo economico è molto più complesso.
34. MarketsandMarkets (2021).
35. Goldman Sachs (2020).
36. L’ordine esecutivo del presidente Biden che rafforza le disposizioni “Buy American” per gli appalti pubblici (Executive Order 14005, firmato il 25 gennaio 2021) è vittima della stessa logica. Sembra che sia inevitabile un certo protezionismo quando si tratta di grandi investimenti pubblici.
37. Le simulazioni mostrano che, nei primi anni, il pacchetto di interventi per la mitigazione climatica verso lo zero netto dovrà probabilmente essere finanziato con il debito, in quanto le entrate derivanti dalla tassazione del carbonio sono inferiori alla spesa iniziale per le infrastrutture, i sussidi e i trasferimenti compensativi alle famiglie colpite negativamente. Con l’aumento del prezzo del carbonio, il gettito della carbon tax sarà poi ampiamente sufficiente a finanziare le infrastrutture verdi e i trasferimenti aggiuntivi (IMF, 2020).
38. L’UE sta attualmente valutando, tra le varie opzioni, l’introduzione di una tassa sulla plastica non riciclata per ripagare il debito contratto per finanziare il programma di recupero dal COVID-19, noto come Next Generation EU. Nel 2018, il sistema ETS dell’UE ha generato entrate per 14 miliardi di euro; l’80% di questa cifra è stato utilizzato dai governi nazionali per combattere il cambiamento climatico, in patria o all’estero. Si stima che, da oggi al 2050, le entrate totali derivanti dal sistema ETS potrebbero variare tra 800 e 1.500 miliardi di euro (Fuest e Pisani-Ferry, 2020).
39. Si veda Rodrik (2014).
40. Milton Friedman ha espresso la convinzione che “c’è una e una sola responsabilità sociale dell’impresa: utilizzare le proprie risorse e impegnarsi in attività volte ad aumentare i propri profitti, a patto che si mantenga all’interno delle regole del gioco, ovvero che si impegni in una concorrenza aperta e libera senza inganni o frodi”. Milton Friedman, “A Friedman Doctrine: The Social Responsibility of Business Is to Increase Its Profits”, New York Times Magazine, 13 settembre 1970, 17. Si veda anche Friedman (1962). Il punto è stato ribadito, con toni più blandi, da un altro economista della Chicago School, Raghuram Rajan, “What Should Corporations Do?”, Project Syndicate, 6 ottobre 2020, https://www.project-syndicate.org/commentary/what-are-corporations-for-stakeholders-or-shareholders-by-raghuram-rajan-2020-10
41. Dani Rodrik (2015) dimostra che ogni modello economico spiega solo in parte come funziona il mondo. L’economista esperto deve quindi capire, a seconda del contesto, quale modello applicare. Nel nostro ambito, trarre spunto da un modello di mercato perfettamente competitivo per quanto concerne il clima e l’ambiente, quando sappiamo che in questo campo specifico esistono diverse imperfezioni di mercato, porterebbe a raccomandazioni politiche errate.
42. Questa situazione non è priva di precedenti storici, se si confronta con la nascita, 400 anni fa, delle Compagnie delle Indie Orientali (East India Companies, EIC) inglesi e olandesi, che per molti versi sono i precursori delle moderne multinazionali (Sharman, 2019, p. 65). In base ai loro statuti originali, i governi europei concessero a queste compagnie privilegi unici per sfruttare le opportunità offerte dalla scoperta del “nuovo mondo”. Le EIC avevano il diritto di firmare trattati con potenze regionali come l’impero Moghul e la confederazione Maratha, di costruire forti, di battere moneta, di svolgere funzioni amministrative nella regione e persino di reclutare soldati. Nel 1803, l’EIC inglese aveva in forza 260.000 soldati, il doppio dell’esercito britannico. In assenza di regole, queste corporazioni si erano trasformate in imperi privati. Quando i governi britannico e olandese cercarono di riprendere il controllo, si resero conto che le EIC stavano acquistando influenze in parlamento per mantenere i propri privilegi, rispondendo solo ai propri azionisti. Secondo alcune stime, il picco del patrimonio netto della EIC olandese raggiunse circa 7,9 trilioni di dollari (al cambio attuale), più o meno l’equivalente dei Pil del Giappone e del Regno Unito sommati. Marcuzzi e Terzi, “Are Multinationals Eclipsing Nation-States?”, Project Syndicate, 1 febbraio 2019.
43. I dati relativi al Pil nominale nel 2020 si basano sulle stime dell'IMF, ottobre 2021.
44. In alcuni segmenti la domanda delle aziende supera quella dei privati. Per esempio, circa il 60% degli acquisti di nuovi veicoli in Europa è effettuato da aziende, comprese le auto aziendali offerte come benefit ai dipendenti. Il settore privato può quindi essere un attore significativo nella trasformazione del panorama delle fonti energetiche nel settore dei trasporti. Wilkes e Nicola, “Tesla Needs to Crack Europe’s $360 Billion Corporate Car Market”, Bloomberg Businessweek, 3 marzo 2021.
45. Si veda, per esempio, European Commission (2020, A New Circular Economy Action Plan, 2).
46. Si tratta chiaramente di una semplificazione e di un’ampia generalizzazione. La maggior parte dei prodotti deve essere conforme a normative, che in genere vietano l’uso di alcuni materiali tossici, pericolosi o inquinanti e definiscono standard tecnici dettagliati per la produzione. Inoltre, le due sponde dell’Atlantico hanno filosofie giuridiche sostanzialmente diverse in materia di responsabilità del prodotto. Gli Stati Uniti tendono a mantenere limitati gli standard di prodotto, consentendo ai consumatori di fare ampio ricorso a cause legali contro i produttori. In Europa, gli standard tecnici e produttivi tendono, invece, a essere più severi, applicando una sorta di screening ex ante ai prodotti di consumo. Se un’azienda non viola le norme, tuttavia, è abbastanza al riparo dalle cause per responsabilità da prodotto.
47. Nonostante l’EPR sia, in teoria, un obbligo individuale, in pratica i produttori spesso esercitano collettivamente questa responsabilità. Negli schemi collettivi, viene istituita un’organizzazione di responsabilità del produttore (Producer Responsibility Organization, PRO) per attuare il principio EPR a nome di tutte le aziende aderenti (il settore a cui sono applicati gli obblighi). È possibile anche la concorrenza tra diverse PRO. Per maggiori informazioni sull’esperienza europea con l’EPR, si veda, per esempio, Marques e Ferreira da Cruz (2015).
48. Nel 2020, l’azienda svedese, che intende anche diventare “positiva per il clima” entro il 2030, si è impegnata a ritirare i propri mobili in cambio di buoni sconto per nuovi acquisti. Gli articoli restituiti saranno rivenduti in negozio, donati in beneficenza o riciclati. Taylor, “Ikea Will Buy Back Some Used Furniture”, New York Times, 14 ottobre 2020. Dal 2005 Patagonia gestisce il programma di riparazione e riciclo “Worn Wear”, Engel, “Inside Patagonia’s Operations to Keep Clothing Out of Landfills”, Washington Post, 31 agosto 2018.
49. Dato il potere inquinante della plastica a livello internazionale, come dimostra l’onnipresenza delle microplastiche sulla terraferma, nel mare e nell’aria, un EPR per la plastica potrebbe essere coperto da un accordo internazionale, in linea con l’approccio dei trattati mirati discusso nel Capitolo 7. Questa opzione è stata recentemente considerata in “Chemistry Can Help Make Plastics Sustainable” (2021).
50. Esiste un parallelo storico con il precursore del Green Deal, ovvero il New Deal di Franklin Delano Roosevelt, che all’epoca ricevette un duro colpo dalla maggioranza conservatrice della Corte Suprema, con la motivazione che andava oltre le competenze federali. Nel 1936, la Corte Suprema aveva invalidato 11 delle 13 leggi del New Deal che le erano state sottoposte. Dopo una rielezione con una maggioranza schiacciante, nel suo discorso inaugurale il presidente Roosevelt propose di aggiungere ben sei nuovi giudici alla Corte, in quello che divenne noto come “court-packing plan”, piano per la composizione della Corte suprema. Per opporsi all’idea, due giudici cambiarono effettivamente posizione quasi da un giorno all’altro, rendendo non più necessario il piano. Una mossa che è passata alla storia come “the switch in time that saved nine” (il cambio in tempo per salvare i nove, numero dei giudici della Corte). La conclusione fondamentale per i nostri scopi è che l’azione politica può essere immensamente importante nella ristrutturazione di un sistema economico, ma è praticabile solo nella misura in cui è fortemente sostenuta dagli elettori attraverso il processo democratico. Altrimenti, si scontrerà con l’ostruzionismo e si tradurrà in inerzia.
51. Lo scienziato del clima Michael Mann (2021) giunge a una conclusione simile: il comportamento individuale è importante, soprattutto perché dà l’esempio, ma dovranno essere sistemiche le soluzioni al cambiamento climatico, tra le quali il carbon pricing e la fine dei sussidi ai combustibili fossili.
52. European Commission (2018, 2020, “Impact Assessment”).
53. Scrivendo oltre un decennio fa, Weyant (2011) esamina le politiche fondamentali per accelerare lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie energetiche e, oltre al carbon pricing e alla ricerca e allo sviluppo pubblici, attribuisce particolare importanza ai consumatori e al loro potere di fare scelte verdi.
54. Terzi (2020, Crafting an Effective Narrative on the Green Transition).
55. Più precisamente, un volo di andata e ritorno da New York all’Europa genera un effetto di riscaldamento equivalente a due o tre tonnellate di anidride carbonica per persona. Un europeo medio genera circa dieci tonnellate di anidride carbonica all’anno (Carmichael, 2019; Terzi, 2020, “Crafting an Effective Narrative on the Green Transition”).
56. Tagliapietra (2020, Global Energy Fundamentals, p. 212)
57. L’automobile è un caso emblematico. Nella maggior parte delle economie avanzate, le auto personali vengono utilizzate in media tra le nove e le dieci ore a settimana. Ciò significa che per quasi il 95% del tempo un’auto rimane inattiva per strada o in un garage, il che suggerisce un ampio margine di ottimizzazione per il futuro (Kupers, 2020, p. 104-114). Memore del frequente monito di Larry Summers agli studenti di non fare previsioni misurabili che potrebbero essere smentite, non fisserò una data, ma esprimerò comunque la sicurezza che, quando le persone del futuro guarderanno alle foto della nostra epoca, saranno sconcertate per tutte quelle ingombranti scatole di alluminio che occupano gran parte dello spazio urbano. Andrew McAfee (2019, p. 241-242) fa una previsione simile.
58. Questo è il mezzo dell’emulazione che i pubblicitari utilizzano mostrando persone famose e di successo che acquistano il loro prodotto o si dedicano a qualche attività, spesso del tutto estranea ai talenti per cui sono noti. La tendenza umana all’iperemulazione basata su spunti di successo e prestigio può essere molto potente, come dimostrato dalle epidemie di suicidio che si sono verificate in seguito ai suicidi delle celebrità (Henrich, 2016, p. 49-50). I modelli di marketing assegnano una particolare importanza ai mass media nelle prime fasi del processo di diffusione, all’inizio della cosiddetta curva a S. Con il passare del tempo, diventa più importante il passaparola (Hall, 2006).
59. Tagliapietra (2020, Global Energy Fundamentals, p. 220).
60. Le economie in via di industrializzazione dovrebbero evitare di rimanere ancorate a sistemi energetici antiquati basati sui combustibili fossili, poiché le pressioni ambientali globali li trasformeranno in investimenti sbagliati (Fouquet, 2016).
61. Aghion, et al. (2021, p. 185) giungono a conclusioni simili, osservando che “non è necessario che tutti i paesi del mondo si coordinino fin dall’inizio. Un coordinamento unilaterale tra i paesi sviluppati per orientare l’innovazione verso le tecnologie verdi, unito a una risoluta politica di diffusione di queste tecnologie nei paesi meno sviluppati, sarebbe sufficiente per combattere con successo il riscaldamento globale”. Si veda anche Mercure, et al. (2021).
62. Una domanda importante è se le democrazie liberali avanzate saranno in grado di collaborare e coordinarsi con la Cina sul fronte del clima, nonostante il contesto più ampio di inasprimento delle relazioni geopolitiche. Sebbene vi siano ampie ragioni di scetticismo, la speranza è ancora viva. Anche all’apice della Guerra fredda negli anni Sessanta, gli Stati Uniti e l’URSS riuscirono a collaborare per finanziare e distribuire il vaccino contro il vaiolo, portando all’eradicazione globale della malattia entro il 1980 (Barrett, 2007).
63. La progettazione di queste misure nel rispetto delle regole dell’Omc e in modo attuabile dal punto di vista amministrativo si rivelerà probabilmente possibile, ma comunque molto impegnativa dal punto di vista metodologico. Per una rassegna delle questioni, si veda Cosbey, et al. (2019), ma si confronti anche Horn e Sapir (2013). È inoltre del tutto possibile che l’obiettivo di lungo termine di riformare le regole dell’Omc includa disposizioni che consentano esplicitamente una tassa di frontiera sul carbonio.
64. Attualmente, nell’ambito del sistema ETS dell’UE, le quote gratuite vengono assegnate a determinati settori come compensazione per i costi di conformità ambientale sostenuti dalle imprese ad alta intensità di carbonio. Tra il 2013 e il 2020, queste quote sono state circa il 50% del totale delle quote messe all’asta/vendute. Un’efficace carbon tax alla frontiera consentirebbe di ridurre, e infine eliminare, queste quote gratuite.
65. L’evidenza della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, definita come la delocalizzazione della produzione all’estero da parte delle imprese che cercano di evitare i costi legati alle politiche climatiche nazionali, è piuttosto limitata anche in Europa, più rigorosa dal punto di vista ambientale. Tuttavia, con l’aumento dei prezzi del carbonio e l’inasprimento della regolamentazione, questo fenomeno potrebbe diventare più diffuso e quindi sarebbe giustificata una carbon tax alla frontiera.
66. Nel caso dell’Europa, il gettito stimato di una carbon tax alla frontiera potrebbe variare da 36 a 83 miliardi di euro all’anno (Krenek, et al., 2019). Sebbene le stime oscillino, Fuest e Pisani-Ferry (2020) sottolineano che le tasse alla frontiera non potranno credibilmente finanziare in toto l’agenda verde, ma potranno contribuire al compito.
67. Shalal, “World Bank, IMF to Consider Climate Change in Debt Reduction Talks”, Reuters, 19 febbraio 2021.
68. Rodriguez-Pose (2018).
69. Per saperne di più, si vedano Zachmann, et al. (2018) e Tagliapietra (2020, Global Energy Fundamentals, p. 207-208).
70. Questa affermazione è stata un topos retorico, usato da Benjamin Franklin e, più tardi, da Abraham Lincoln. Forse è stata resa popolare dalla Liberty Song di John Dickens nel 1768, ma una frase simile si trovava già nella favola I quattro buoi e il leone dello scrittore greco antico Esopo.